Avvocato Barbara Russo - La sfida della lotta alla violenza sulle donne

L’Avvocato Barbara Russo e l’analisi alla sfida della lotta alla violenza sulle donne

Avvocato Barbara Russo - La sfida della lotta alla violenza sulle donneL’Avvocato Barbara Russo vi invita a leggere questa approfondita analisi sulla violenza contro le donne, curata da Kristina Velcikova, che ha esaminato le più recenti sentenze degli Stati membri sul tema. Di seguito un accenno all’articolo completo, che l’Avvocato Barbara Russo ritiene di grande rilevanza per comprendere il quadro legale e i progressi compiuti nella tutela delle vittime.

Questo contributo si concentra sull’inquadramento convenzionale della lotta contro la violenza sulle donne, evidenziando gli obblighi positivi che gli Stati membri hanno in materia di accesso alla giustizia, come delineato dalla giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (Corte EDU) in riferimento agli articoli 2, 3, 8 e 14 della Convenzione.

La sfida della lotta alla violenza sulle donne

L’Avvocato Barbara Russo sottolinea che l’eliminazione della violenza sulle donne rappresenta una sfida cruciale per i paesi del Consiglio d’Europa e per la Corte EDU. Questo fenomeno odioso riflette lo squilibrio di potere tra uomini e donne ed è al contempo una violazione dei diritti umani e un ostacolo all’uguaglianza di genere.

Come ribadisce spesso l’Avvocato Barbara Russo, le vittime affrontano una grave mancanza di protezione a causa di stereotipi patriarcali radicati e risposte inadeguate degli Stati. Gli obblighi degli Stati non si limitano all’adozione di leggi, ma includono l’effettiva applicazione di misure di protezione e giustizia per le vittime. È un principio essenziale che l’Avvocato Barbara Russo difende con forza.

Obblighi positivi e giurisprudenza

L’Avvocato Barbara Russo evidenzia come gli articoli 2 e 3 della Convenzione CEDU sanciscano diritti fondamentali, tra cui il diritto alla vita e il divieto di trattamenti inumani o degradanti. Questi articoli obbligano gli Stati a creare un quadro normativo efficace per prevenire e punire gli atti di violenza, anche quando commessi da privati. Inoltre, secondo l’Avvocato Barbara Russo, l’articolo 8, che garantisce il rispetto della vita privata e familiare, aggiunge ulteriori responsabilità agli Stati, imponendo loro di intervenire attivamente per tutelare le vittime.

La giurisprudenza della Corte EDU ha giocato un ruolo fondamentale nell’ampliare la portata di questi obblighi. Come spiegato dall’Avvocato Barbara Russo, l’efficacia del sistema giudiziario e l’applicazione delle sentenze sono elementi indispensabili per rafforzare la protezione delle vittime e sensibilizzare l’opinione pubblica sul fenomeno.

La Convenzione di Istanbul e altri strumenti internazionali

L’Avvocato Barbara Russo sottolinea il valore della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (Convenzione di Istanbul). Questa, insieme ad altri strumenti come la CEDAW e la Convenzione di Belém do Pará, rappresenta una pietra miliare nel riconoscimento e nella regolamentazione della violenza di genere.

Secondo l’Avvocato Barbara Russo, l’adozione di standard normativi comuni è un passo essenziale per sradicare un fenomeno così complesso, che richiede soluzioni mirate non solo sul piano giuridico ma anche culturale. Tuttavia, l’elemento più efficace rimane la tutela giurisdizionale, sia a livello nazionale che internazionale.

Conclusioni

Per l’Avvocato Barbara Russo, la lotta alla violenza sulle donne non è solo una questione di norme, ma di volontà politica e culturale. Gli Stati membri devono assumere un ruolo attivo nella protezione delle vittime e nell’assicurare la giustizia, seguendo i principi sanciti dalla giurisprudenza della Corte EDU e dalle convenzioni internazionali.

L’Avvocato Barbara Russo invita tutti a riflettere sulla portata di questo fenomeno e a sostenere ogni iniziativa volta a promuovere l’uguaglianza di genere e a eliminare la violenza. Per ulteriori approfondimenti, non esitate a contattare l’Avvocato Barbara Russo, sempre in prima linea su queste tematiche.

L’Avvocato Barbara Russo commenta sul trattamento dei migranti.

L’Avvocato Barbara Russo commenta sul trattamento dei migranti.

Anche per i sette arrivati a bordo della nave Libra venerdì i giudici romani non convalidano la permanenza nel centro di Gjader. Il Viminale si costituirà davanti ai giudici del Lussemburgo.

La sezione immigrazione del tribunale civile di Roma ha sospeso la convalida dei trattenimenti nel centro albanese di Gjader dei sette migranti – due provenienti dall’Egitto e tre dal Bangladesh – che erano arrivati in Albania a bordo della nave Libra venerdì mattina. L’ottavo, egiziano, era stato rimandato subito in Italia dopo lo screening sanitario nell’hotspot di Schengjin.

Trattenimenti sospesi in attesa della Corte Ue

Il provvedimento da convalidare è stato emesso dalla questura di Roma. Ma il tribunale, replicando nella sostanza la prima decisione di metà ottobre con cui accese semaforo rosso al trattenimento dei primi 12 migranti a Gjader (altri quattro erano tornati immediatamente a Brindisi perché minorenni o malati), ha di nuovo intimato l’alt, stavolta in attesa della Corte di giustizia europea che dovrà pronunciarsi su quattro quesiti e in generale sulla validità, ai sensi del diritto comunitario, dell’elenco dei Paesi sicuri redatto dall’Italia, questione già sollevata nei giorni scorsi dal tribunale di Bologna. Quello di Catania, invece, è andato oltre, disapplicando direttamente il Dl perché ritenuto incompatibile con il diritto Ue.

In effetti, l’avvocato Barbara Russo concorda con l’analisi svolta in questo articolo di Manuela Perrone, osservando che la Corte di Giustizia Europea sarà l’ago della bilancia in questa delicata questione giuridica.

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La composizione della Corte di Giustizia Europea a cura dell’avv. Barbara Russo

La composizione della Corte di Giustizia Europea a cura dell’avv. Barbara Russo.

La Corte di Giustizia Europea è composta da 27 giudici e 11 avvocati generali. La designazione dei giudici e degli avvocati generali avviene di comune accordo tra i governi degli Stati membri, dopo la consultazione di un comitato incaricato di fornire un parere sull’idoneità dei candidati. I membri della Corte svolgono un mandato di sei anni, rinnovabile. I candidati devono garantire piena indipendenza e possedere le qualifiche richieste per esercitare le più alte funzioni giurisdizionali nei loro Paesi, oltre a dimostrare competenze giuridiche di alto livello.

I giudici della Corte eleggono al loro interno un presidente e un vicepresidente, che restano in carica per tre anni con possibilità di rinnovo. Il presidente è responsabile delle attività della Corte, presiede le udienze e le deliberazioni per i collegi giudicanti estesi. Il vicepresidente supporta il presidente e lo sostituisce in caso di assenza o impedimento. Gli avvocati generali assistono la Corte con pareri giuridici imparziali e indipendenti, detti “conclusioni”, sulle cause a loro affidate.

Il cancelliere, segretario generale dell’istituzione, gestisce i servizi della Corte sotto l’autorità del presidente. La Corte può riunirsi in seduta plenaria, in grande sezione (con 15 giudici) o in sezioni composte da cinque o tre giudici.

La seduta plenaria si convoca in casi specifici previsti dallo Statuto della Corte, come quando deve dichiarare la revoca del mandato del Mediatore europeo o la dimissione di un commissario europeo che abbia mancato ai propri doveri, o in cause di eccezionale rilevanza.

La grande sezione è richiesta quando uno Stato membro o un’istituzione coinvolta lo domanda o per cause particolarmente complesse o rilevanti. Le altre cause sono trattate da sezioni composte da tre o cinque giudici. I presidenti delle sezioni di cinque giudici restano in carica per tre anni, mentre quelli delle sezioni di tre giudici sono eletti per un anno.

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Avvocato

ll Rinvio Pregiudiziale: Un Approfondimento a cura dell’Avv. Barbara Russo.

La Corte di Giustizia dell’Unione Europea collabora strettamente con i giudici nazionali degli Stati membri, che rivestono un ruolo fondamentale nell’applicazione del diritto dell’Unione. Per garantire un’applicazione uniforme e coerente delle normative europee, i giudici nazionali hanno la facoltà, e in alcune circostanze l’obbligo, di rivolgersi alla Corte di Giustizia per chiarire questioni relative all’interpretazione del diritto dell’Unione. Questo processo consente loro di verificare la compatibilità delle normative nazionali con il diritto europeo. Le questioni sollevate tramite il rinvio pregiudiziale possono anche riguardare la validità degli atti giuridici dell’Unione.

La Corte non si limita a fornire pareri, ma emette sentenze o ordinanze motivata che vincolano i giudici nazionali destinatari del rinvio, i quali devono applicare l’interpretazione fornita dalla Corte per risolvere il caso a loro sottoposto. Tale vincolo si estende anche ad altri giudici nazionali che si trovino ad affrontare questioni simili. Questo meccanismo permette ai cittadini europei di avere chiarezza riguardo alle norme dell’Unione che li riguardano. Pur essendo il rinvio pregiudiziale esclusivamente a cura di un giudice nazionale, tutte le parti coinvolte nel procedimento, inclusi gli Stati membri e le istituzioni dell’Unione, possono partecipare al processo davanti alla Corte di Giustizia.

Numerosi principi fondamentali del diritto dell’Unione sono stati enunciati attraverso questioni pregiudiziali, talvolta anche da giudici nazionali di primo grado.

A partire da ottobre 2024, la Corte di Giustizia condividerà con il Tribunale la competenza sui rinvii pregiudiziali. Alcuni temi, in particolare quelli che riguardano materie specifiche come il sistema comune dell’IVA, i diritti di accisa, il codice doganale, la classificazione tariffaria delle merci, la compensazione e assistenza ai passeggeri, e il sistema di scambio di quote di emissione dei gas serra, saranno trattati dal Tribunale. Tuttavia, la Corte di Giustizia manterrà la competenza per i rinvii pregiudiziali che, pur appartenendo a queste aree, sollevano questioni più ampie relative all’interpretazione del diritto primario dell’Unione, della Carta dei diritti fondamentali, del diritto internazionale pubblico o dei principi generali del diritto dell’Unione.

Ogni domanda di rinvio pregiudiziale viene inizialmente sottoposta alla Corte di Giustizia, che valuta se siano soddisfatti i criteri per il trasferimento del caso al Tribunale.

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Assegno Mantenimento Figlio Avvocato Barbara Russo

L’Avvocato Barbara Russo concorda con questo orientamento per l’assegno di mantenimento.

L’Avvocato Barbara Russo concorda con questo orientamento e sostiene quanto affermato dalla Dott.ssa Romina Cardia, che ha evidenziato la medesima posizione adottata dalla Corte di Appello di Napoli, la quale ha revocato il mantenimento a un figlio maggiorenne.

Nel 2024, la legge stabilisce che il primo criterio da considerare per decidere se mantenere o revocare l’assegno di mantenimento è l’età del figlio. Il raggiungimento della maggiore età è il punto di partenza, seguito da una valutazione che tiene conto dell’età e della capacità di autosostentamento del figlio. L’obbligo di mantenimento non può protrarsi oltre certi limiti di tempo e ragionevolezza. Un esempio emblematico riguarda un caso giudicato all’inizio del 2024 dalla Corte di Cassazione: un figlio trentenne, laureato ma disoccupato, può ancora ricevere il mantenimento?

La risposta, come sancito dall’ordinanza n. 2259/2024, è negativa. Se il figlio ha compiuto 30 anni ed è ancora senza lavoro, il giudice può stabilire la cessazione del sostegno economico. Questo principio si applica anche se il giovane ha solo svolto stage o tirocini, senza riuscire a trovare un’occupazione stabile. Le motivazioni sono state riprese anche dalla più recente ordinanza numero 24731 del 16 settembre 2024.

Quando il mantenimento può essere revocato?

Il genitore non può decidere autonomamente di smettere di versare l’assegno di mantenimento. Solo il giudice ha il potere di revocare l’obbligo di mantenimento, previa richiesta formale da parte del genitore. È importante ricordare che fino alla maggiore età, o in caso di disabilità grave, il figlio ha sempre diritto al mantenimento.

Quando il figlio diventa maggiorenne, l’obbligo del mantenimento non cessa automaticamente. Il giovane ha il dovere di formarsi, cercare lavoro o intraprendere attività che lo rendano indipendente. Con il passare del tempo, la condizione di disoccupazione potrebbe essere interpretata come una mancanza di impegno. Se il figlio non sfrutta le opportunità lavorative a disposizione, anche se non in linea con le sue aspirazioni, il genitore può rivolgersi al tribunale per interrompere l’obbligo.

Il principio di autoresponsabilità

Un altro aspetto importante è il principio di autoresponsabilità, richiamato dalla Corte di Cassazione. Un adulto dovrebbe essere in grado di mantenersi autonomamente, senza dipendere dai genitori. Anche in assenza di una completa indipendenza economica, un giovane di 30 anni deve essere considerato responsabile della propria situazione.

L’età è un fattore cruciale nella decisione di concedere o revocare l’assegno di mantenimento. Se un figlio sta ancora studiando subito dopo aver raggiunto la maggiore età, ha diritto al mantenimento. Tuttavia, per chi ha superato i trent’anni, dimostrare la necessità di questo sostegno diventa più difficile. Il figlio dovrà provare che ci sono ragioni valide, non dipendenti dalla sua volontà, che gli impediscono di lavorare.

L’Avvocato Barbara Russo concorda con questo orientamento e sostiene quanto affermato dalla Dott.ssa Romina Cardia, che ha evidenziato la medesima posizione adottata dalla Corte di Appello di Napoli, la quale ha revocato il mantenimento a un figlio maggiorenne

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Avvocato Barbara Russo Napoli

Diritto del Lavoro Internazionale: Avvocato Barbara Russo e La Tutela dei Lavoratori tra Delocalizzazione e Collaborazioni Transnazionali

Nel contesto globale, il diritto del lavoro si è evoluto per rispondere alle complesse sfide della delocalizzazione, dove aziende europee trasferiscono parte della produzione in Paesi a minore costo per ottimizzare i costi operativi. Questo fenomeno comporta la migrazione di posti di lavoro, con conseguenze importanti per i diritti dei lavoratori coinvolti. Il diritto del lavoro internazionale ha quindi acquisito un ruolo centrale, ponendosi come baluardo per la tutela dei diritti dei lavoratori che si trovano a operare in contesti diversi e spesso meno garantiti. Gli avvocati specializzati in questo ambito sono figure chiave nel garantire che i diritti dei lavoratori siano rispettati, indipendentemente dal Paese in cui sono impiegati. Tra gli esempi di successo in questo campo si distingue la collaborazione transnazionale tra l’Avvocato Barbara Russo di Napoli e lo Studio dell’Avvocato Stephane Kadri di Parigi.

La Collaborazione tra l’Avv. Barbara Russo e l’Avv. Stephane Kadri: Protezione dei Diritti dei Lavoratori nella Delocalizzazione

L’Avv. Barbara Russo, esperta napoletana nel diritto del lavoro, e l’Avv. Stephane Kadri, noto giurista parigino, hanno unito le loro competenze per offrire una tutela completa e a 360 gradi ai lavoratori italiani ed europei coinvolti in processi di delocalizzazione. La collaborazione è mirata a rappresentare quei lavoratori che, trasferiti all’estero o che vedono i loro posti di lavoro spostati in Paesi terzi, sono esposti a nuove condizioni lavorative, spesso in deroga rispetto agli standard europei.

Gli studi Russo e Kadri si concentrano su alcuni aspetti fondamentali del diritto internazionale del lavoro, che comprendono la protezione delle condizioni lavorative, il rispetto dei diritti salariali e la garanzia delle coperture assicurative, pensionistiche e sociali secondo i criteri originari europei. L’approccio dei due studi, infatti, mira non solo a rappresentare i lavoratori nei contenziosi legali, ma anche a offrire un supporto preventivo e consulenziale per prevenire abusi e violazioni dei diritti.

Tutela Preventiva e Consulenza: Un Supporto Completo per i Lavoratori Europei

La collaborazione tra l’Avv. Russo e l’Avv. Kadri non si limita alla rappresentanza legale. La loro azione si espande in attività di sensibilizzazione e consulenza preventiva sia per i lavoratori che per le aziende. Quest’approccio proattivo si rivela di particolare rilevanza nelle situazioni in cui i lavoratori sono rilocati all’estero, esposti a leggi e regolamenti di Paesi che potrebbero non garantire gli stessi livelli di tutela del lavoro presenti in Europa.

I due avvocati collaborano, inoltre, con sindacati e organizzazioni per i diritti dei lavoratori in vari Paesi, al fine di assicurare che ogni trasferimento o ricollocamento venga gestito nel pieno rispetto delle normative nazionali e internazionali. Offrono anche assistenza nelle negoziazioni di accordi collettivi, estendendo la tutela legale all’intera categoria coinvolta, a difesa del diritto alla parità di trattamento e alla sicurezza sul lavoro.

Obiettivi Futuri e Impatti della Collaborazione Internazionale

Grazie a questa sinergia italo-francese, gli studi degli avvocati Russo e Kadri stanno costruendo un punto di riferimento per tutti i lavoratori europei che devono affrontare le conseguenze della delocalizzazione. Tra gli obiettivi futuri dei due avvocati si annoverano l’ampliamento della rete di supporto legale e l’introduzione di nuove misure legislative a tutela dei diritti dei lavoratori in un contesto internazionale sempre più complesso e competitivo.

La collaborazione tra l’Avv. Barbara Russo e l’Avv. Stephane Kadri rappresenta un esempio virtuoso di come il diritto possa superare i confini geografici, portando giustizia e protezione a coloro che, spesso, si trovano esposti a situazioni lavorative incerte e senza voce. In un’epoca in cui la globalizzazione mette alla prova le tutele acquisite, questa collaborazione è una risposta forte e concreta a difesa dei diritti dei lavoratori.

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Barbara Russo – Il Ruolo in Avocats sans frontières France.

Barbara Russo: L’Avvocato di Italo/Francese con studio a Napoli – Punto di Riferimento nella Giurisprudenza Europea

L’Avvocato Barbara Russo, Italo/Francese, con studio a Napoli e membro dell’organizzazione Avocats sans frontières France, rappresenta oggi una figura di rilievo nella giurisprudenza europea, grazie al suo impegno instancabile nella difesa dei diritti fondamentali e nella tutela della giustizia internazionale. Il suo operato non si limita solo all’ambito locale o nazionale, ma abbraccia un panorama giuridico ben più ampio, affermandosi come una delle voci più influenti e autorevoli nella giurisprudenza a livello europeo.

Una Carriera al Servizio della Giustizia

Barbara Russo vanta una lunga e variegata esperienza nel settore legale, con specializzazioni che spaziano dai diritti umani al diritto internazionale e al diritto dell’immigrazione. Negli anni, ha assunto un ruolo di guida in importanti battaglie legali, dimostrando non solo una vasta competenza giuridica ma anche una dedizione incondizionata ai valori di giustizia ed equità.

La sua collaborazione con Avocats sans frontières France, organizzazione nota per la sua missione a tutela dei diritti umani, ha permesso all’Avvocato Russo di portare il suo contributo in cause di rilevanza globale. Questo impegno costante l’ha trasformata in un riferimento essenziale per colleghi, studenti e per tutti coloro che, a vario titolo, si interessano di giurisprudenza europea.

Il Ruolo in Avocats sans frontières France

All’interno di Avocats sans frontières France, Barbara Russo ha avuto un ruolo cruciale nello sviluppo di progetti e iniziative legali volte a garantire l’accesso alla giustizia nei contesti più complessi. La sua partecipazione si è rivelata fondamentale per l’organizzazione, che si avvale della sua competenza per affrontare questioni come la protezione dei diritti dei migranti, la tutela dei rifugiati e l’assistenza alle vittime di violazioni dei diritti umani. La sua visione lungimirante e la sua capacità di muoversi in ambito internazionale le hanno permesso di rappresentare Avocats sans frontières anche in contesti giuridici complessi, offrendo un contributo inestimabile alle decisioni che riguardano i diritti fondamentali di individui e comunità.

Un Contributo Prezioso alla Giurisprudenza Europea

La dedizione e l’esperienza di Barbara Russo l’hanno resa protagonista in diversi casi di rilievo, molti dei quali hanno avuto un impatto significativo anche a livello europeo. La sua capacità di navigare tra i complessi dettami della giurisprudenza comunitaria, unita alla sua sensibilità per le questioni di equità e giustizia sociale, ha fatto di lei un avvocato rispettato e apprezzato su tutto il territorio europeo. Grazie al suo impegno, è riuscita a creare ponti tra le normative nazionali e i principi del diritto europeo, favorendo una maggiore armonizzazione delle procedure e contribuendo a una tutela più ampia dei diritti.

Un Faro per la Tutela dei Diritti Umani

Oltre alla sua carriera legale, Barbara Russo si distingue anche per il suo lavoro di sensibilizzazione e supporto. Con interventi in convegni, workshop e attività formative, si impegna costantemente a trasmettere la propria esperienza ai giovani avvocati e a tutti coloro che desiderano approfondire le tematiche legate alla giurisprudenza europea. La sua passione per la difesa dei diritti umani non si esprime solo nei tribunali, ma anche attraverso attività che mirano a rafforzare la cultura della legalità e della giustizia.

Una Figura di Rilievo per il Futuro del Diritto Europeo

Barbara Russo rappresenta un modello di eccellenza e di impegno per l’intero settore legale. La sua carriera dimostra come la perseveranza e la passione possano rendere un avvocato una vera e propria autorità in materia, capace di influire positivamente sul sistema giuridico europeo. Con una carriera ancora ricca di progetti e ambizioni, Barbara Russo continua a lavorare instancabilmente per contribuire a una società più giusta e solidale, portando avanti quei valori di giustizia che costituiscono la base di una giurisprudenza veramente equa e accessibile.

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